Opere in calcestruzzo: puntare all’impermeabilità per salvaguardare la durabilità

La redazione di inCONCRETO ha incontrato il geom. Silvio Cocco per sapere di più sulla salvaguardia della durabilità delle opere realizzate in calcestruzzo, cercando ovviamente di ridurre al minimo gli interventi di manutenzione. E abbiamo approffittato dell’intervista per sapere qualcosa di più delle attività di Tekna Chem e sulle pavimentazioni continue.

Redazione: In un paese come quello italiano in cui le più importanti opere sono state realizzate da diversi decenni il tema della durabilità e della manutenzione è molto importante. Cosa ne pensa a riguardo?

Silvio Cocco: “Le manutenzioni sono legate principalmente al lavoro fatto male a monte, indipendentemente dall’età dell’opera.  Spesso si cerca dove trovare fondi per il debito nazionale ma nessuno guarda all’economia che si può ottenere dalla riduzione dei costi sulle manutenzioni delle opere pubbliche malfatte. Si fa spesso il riferimento alle opere dell’antica Roma, giunte fino a noi quasi intatte, mentre le nostre autostrade ancor prima dell’inaugurazione sono già oggetto di importanti lavori di manutenzione.  Forse la semplice attenzione alla qualità dell’esecuzione eviterebbe tutti quei costi generando forti economie. In questi ultimi mesi ho girato l’Italia tenendo dei seminari dal titolo “Il calcestruzzo può essere eterno”. Non si è trattato di un semplice slogan. Il calcestruzzo può essere eterno, come le opere romane. Sarebbe sufficiente soltanto la conoscenza delle motivazioni per le quali la sua eternità è minata per poter porre fine a questo stato di cose.  Tutta l’esperienza, la ricerca, le conoscenza ci ha permesso di affrontare il problema alla base ricollegandolo direttamente alle motivazioni che hanno reso indistruttibili le costruzioni romane ovvero eliminare per quanto possa essere possibile la presenza di calce libera all’interno del calcestruzzo ma non sarebbe stato sufficiente, senza occuparsi oggi di renderlo impermeabile e conferirgli una stabilità dimensionale vista l’enorme presenza nell’atmosfera di agenti aggressivi come la CO2, solfati, cloruri, e altro.  Ambiente, che ai tempi dei romani, non era così inquinato. Ci siamo riusciti in 15 anni di ricerca e perfezionamenti con Aeternum Cal.”

Redazione: Quindi la soluzione sta nella scelta del giusto additivo?

Silvio Cocco:  “AeternumCal non è un additivo ma un rigido protocollo, imperniato su una precisa ricetta di un compound che, non consideriamo assolutamente un additivo ma una molteplicità di additivi resi funzionali, opportunatamente proporzionati e tenuti insieme al fine di poter operare all’unisono e condurci a risultati impensabili e tutt’ora di difficile comprensione “dai più”. […]

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